3.2 INDAGINE SULLA FORMAZIONE REALIZZATA DAI CENTRI DI SERVIZIO AL VOLONTARIATO

Il Centro Nazionale per il Volontariato ha realizzato uno studio sulla formazione offerta dai Centri di Servizio (data di svolgimento dell’indagine: dall'aprile al dicembre 1999). La ricerca ha preso avvio con un primo contatto telefonico ed una successiva lettera nella quale venivano richiesti materiali generali illustrativi delle attività del Centro e in specifico informazioni relative alle attività di carattere formativo già realizzate o in programma (quali attività formative, quali destinatari, eventuali collaborazioni con Enti Locali, e se prima di dare inizio a tali attività erano state realizzate analisi del territorio e/o dei bisogni). Le informazioni riportate sono da considerarsi uno spaccato di una situazione in rapida evoluzione.

Su 50 Centri di Servizio contattati hanno dichiarato di realizzare formazione in 37 (74%).

Per quanto riguarda i dati raccolti risulta che solo una minoranza dei Centri di Servizio ha svolto preliminarmente una analisi del territorio (20%), (1) infatti 10 Centri hanno affermato di averla già realizzata e 3 hanno dichiarato di averla in previsione per il 2000.

Dove è stata realizzata un'analisi del territorio le metodologie utilizzate sono state differenti: tre Centri hanno inviato un questionario di indagine alle associazioni; mentre gli altri hanno realizzato il monitoraggio e la mappatura delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni locali, o hanno provveduto alla somministrazione di un questionario ai partecipanti ai corsi di formazione, o hanno inserito un questionario nella rivista che è stata inviata alle associazioni, o hanno raccolto le richieste varie giunte al Centro di Servizio. In tre casi non è stata specificata la metodologia di raccolta dati.

Circa l’analisi dei bisogni formativi (2) vi sono dati discordanti tra quanto emerge dal Cesiav e quanto invece dall’indagine svolta dal CNV. Nella prima, infatti risultano 30 casi in cui è stata realizzata un'analisi dei bisogni formativi e nella seconda 21. Tale differenza probabilmente è causata dal fatto che nella ricerca del CNV sono state distinte l’analisi del territorio da quella dei bisogni formativi, mentre questa distinzione non è stata considerata dall’indagine del Cesiav che non ha distinto i due aspetti.

Tra i 21 Centri che in base all’indagine del CNV risultano svolgere indagine dei bisogni formativi, 20 hanno infatti dichiarato di aver già realizzato tale analisi e un solo Centro ha in programma tale tipo di rilevazione. L'analisi dei bisogni formativi è stata svolta in svariati modi ed alcuni Centri hanno attivato anche più di una metodologia per venire a conoscenza di quali fossero le esigenze formative delle Organizzazioni di volontariato del territorio, sia stimolando le capacità di autoanalisi delle associazioni richiedenti, (in 9 Centri) sia promuovendo specifiche riunioni, incontri a tema e consulenze da parte dei Centri per le Associazioni del territorio (4 Centri).

Altri 7 Centri hanno usato lo strumento questionario rivolto alle associazioni di volontariato, o hanno realizzato interviste telefoniche e via fax, o svolto indagini a campione, con interviste anche di gruppo, o somministrato questionari.

La volontà di rispondere ai bisogni immediati che le associazioni di volontariato hanno posto ai Centri di Servizio, ha probabilmente portato in molti casi - la maggioranza - a proposte formative specifiche legate principalmente alle necessità contingenti quali corsi, seminari, giornate di sensibilizzazione o convegni, senza aver realizzato una vera e propria analisi dei bisogni formativi delle associazioni.

I corsi di formazione sono classificabili per "aree": gli interventi realizzati vanno dai seminari, a convegni, a veri e propri corsi e, per quanto concerne i contenuti, possono essere ricondotti a 3 grandi aree: quella delle competenze tecniche, quella psicologica o relazionale e quella della promozione e sensibilizzazione al volontariato.

Nella prima area, cioè quella tecnica, troviamo attivita' formativa in 28 Centri: da un lato corsi legati al settore di intervento dell’associazione (ad esempio: adolescenti, malati psichiatrici, emergenze traumatiche, tossicodipendenza, alcool-dipendenza, volontariato ospedaliero, pronto soccorso, depressione, emarginazione, anziani, stranieri, donne, disabili, pace, protezione civile, commercio equo solidale, educazione alla legalità, creazione di un centro di documentazione, archeologia) e dall’altro formazione tecnica specifica: interventi formativi sugli aspetti amministrativi, giuridici e fiscali (Onlus, costituzione e gestione delle associazioni, informatica, sicurezza, bilancio, convenzioni, certificazione qualità, raccolta fondi), ma anche sulla capacità di progettazione, e la formazione didattica per formatori.

L'area tecnica è quella in cui si è registrata una maggiore attenzione dei Centri di Servizio. I Centri di Servizio appena insediati hanno probabilmente avvertito la necessità di rispondere immediatamente ai bisogni contingenti che le associazioni hanno evidenziato strutturando così corsi di formazione che potessero informare e formare le persone su tematiche prevalentemente "tecniche". Tuttavia, conclusa la fase di avvio, i Centri di Servizio stanno rilevando la necessità di realizzare percorsi formativi che offrano uno spazio maggiore alla progettazione formativa, sia in termini di maggiore comunicazione e scambio tra i Centri stessi, sia, nello specifico, di attenzione particolare alle domande anche meno esplicite delle associazioni ed ai loro bisogni.

Nella seconda area (psicologica – relazionale) sono state comprese attività formative realizzate da 12 Centri che hanno avuto come tematica base la comunicazione: le relazioni d’aiuto, la modalità di lavoro in gruppo, la valorizzazione delle risorse umane.

Nella terza area sono comprese le relazioni con la comunità locale: analisi del rapporto e integrazione con il territorio, rapporto tra istituzioni ed associazioni e sensibilizzazione al volontariato, corsi di promozione del volontariato, di motivazione ed etica, seminari sul volontariato in Europa. Questi temi sono stati trattati da 11 Centri.

Le tipologie ed il numero di corsi programmati dai Centri di Servizio vanno aumentando ogni anno, in quanto queste strutture stanno acquisendo gradualmente consapevolezza dei bisogni formativi delle associazioni e probabilmente questo andamento in crescendo, porterà a rispondere sempre più adeguatamente alle necessità specifiche.

I corsi di formazione che sono stati organizzati sono di solito rivolti a destinatari diversi, comunque nella maggior parte dei casi sono riferiti a volontari (24 Centri) soprattutto quelli in ambito sociale e sanitario, dell’auto mutuo aiuto, della salute mentale, culturale, mentre più raramente i corsi sono proposti a nuovi volontari che si avvicinano alle associazioni (2 Centri).

La maggior parte dei corsi sono rivolti a dirigenti e responsabili di associazione (19 Centri) o referenti della formazione all’interno delle associazioni (2): talora sono coinvolti anche i cittadini (Cesevobo - Bologna, Cisvol Cremona-Lodi, CSV Il Melograno di Campobasso, Univol Alessandria-Asti-Cuneo-Torino) (4), operatori specifici dei diversi settori (3), scuole e università (3), obiettori (1) mentre alcuni Centri hanno considerato importante rivolgere alcune iniziative formative ad operatori pubblici o privati, tra cui il personale di cooperative sociali, circoli, pro loco, oratori, associazioni sportive, dipendenti di Enti pubblici, insegnanti (Univol Alessandria-Asti-Cuneo-Torino, Cesevobo, Cesvol Perugia, CSVM Mantova, Cisvol Cremona-Lodi, ACSV Brescia, CESEVOMO Associazione Servizi per il Volontariato Modenese, Centro Servizio per il volontariato di Ferrara, AVC Como ), o consulenti, membri a vario titolo dei Centri di Servizio stessi (7). Per questi ultimi sono stati realizzati corsi su tematiche normativo - gestionale (onlus, bilancio sociale, found raising), ma anche occasioni formative sul lavoro di équipe, sul volontariato europeo, sul rapporto con il territorio, con il settore sociale.

Sette Centri non hanno indirizzato gli interventi formativi a specifici destinatari, offrendo questa possibilità alle organizzazioni di volontariato in generale.

L'attività formativa è stata da subito, per i Centri di Servizio, un settore da valorizzare e proporre a diverse categorie di destinatari. Da rilevare inoltre che in poco meno del 20% dei casi i Centri di Servizio hanno affermato di svolgere attività formativa orientata sempre più a tutto il Terzo Settore, cercando di promuovere in tal modo l'integrazione dei soggetti che lo compongono e dei servizi offerti. Infatti, oltre il CISVOL Cremona - Lodi che per statuto si rivolge a tutto il Terzo Settore e organizza percorsi volti a coordinare realtà intersettoriali, ci sono altri Centri di Servizio che raccolgono e mettono in rete le attività dei soggetti non profit o che organizzano per loro percorsi formativi. Anche i Centri di Servizio di Perugia, di Mantova, di Modena, di Ferrara e il CESEVOBO di Bologna hanno elaborato corsi per dirigenti di cooperative sociali, associazioni di volontariato, ecc. finalizzati a fornire strumenti concettuali ed operativi per inserire le attività non profit in maniera efficace nel contesto sociale; il Centro di Servizio al volontariato di Brescia ha espresso la volontà di sostenere nell'immediato futuro lo sviluppo di questa area.

La collaborazione con gli Enti Locali si registra per 16 Centri sia per l'organizzazione e l'utilizzo di spazi e materiali didattici, sia per la progettazione comune e la realizzazione delle iniziative di informazione o promozione.

Uno degli obiettivi esplicitati è anche quello di favorire la comunicazione, sulle opportunità europee ad esempio (Centro di Servizi di Belluno) o attraverso protocolli di intesa che prevedano, in un caso l'apertura di sportelli informativi (Cisvol Cremona-Lodi), in un altro la realizzazione di progetti di rete per promuovere cultura e cooperazione (Univol Torino-Alessandria-Asti-Cuneo).

I Centri collaborano con le Amministrazioni Provinciali (7 casi), talvolta con i Comuni (4), con la Regione (3), con le scuole o Provveditorati agli Studi (3), in un caso si è collaborato con l’Università, con l’Azienda USL, con la Camera di Commercio e con il Ministero, ma sono in cantiere diversi Protocolli di Intesa con le realtà istituzionali del territorio. La Regione Emilia Romagna nel 1998, grazie alla emissione di un bando (in base all’art. 9 Legge 266/91) ha stanziato £. 200.000.000 per attività formative, di cui 50.000.000 in specifico al Centro di Servizi di Modena per la formazione dei Quadri dirigenti. La parte restante della somma assegnata è stata divisa in parti uguali tra gli altri Centri presenti nella regione.

L’eterogeneità dei Centri di Servizio ha portato ad offerte formative differenziate, anche se in alcuni casi i Centri organizzano iniziative formative coinvolgendo i Centri più vicini in percorsi simili.

Proprio al fine di valorizzare al meglio le risorse è importante creare occasioni di scambio e di confronto ed il Gruppo Nazionale sulla Formazione dei Centri di Servizio ha risposto tempestivamente a questa necessità attraverso l’organizzazione di Seminari di Studio che premettono ai referenti dei diversi Centri di avviare una riflessione comune sul tema della formazione.

E’ chiaro che la specificità del tipo di formazione di cui i Centri devono occuparsi si riflette anche nella metodologia delle attività formative. Questo perché il volontariato, che già di per sé è una realtà viva ed in continuo movimento, ha problematiche proprie inserite in contesti precisi. "L’insieme di questi fattori" - come si legge nel Documento Programmatico sulla Formazione redatto dal Gruppo di Lavoro sulla Formazione e Ricerca - "impone uno stile particolare di formazione partecipata in cui ricerca, formazione e operatività sul campo sono strettamente intrecciate in un processo di formazione-azione e ricerca-azione. Qui cioè si attua ai livelli più consapevoli il rapporto educativo, nel quale del resto ogni scolaro è sempre maestro e ogni maestro è sempre scolaro."

Il Centro Servizio Volontariato di Modena ha cercato di ottenere, rispetto ai Centri presenti nella regione, una particolare specializzazione in questo settore, per valorizzare le competenze e le esperienze presenti, anche se ricca è l’attività formativa in tutte le province. In Emilia Romagna l’impostazione del CSV Modena prevede che la programmazione debba essere realizzata principalmente tenendo conto del contesto e della domanda formativa e gli aspetti privilegiati sono la scelta della metodologia in funzione dei contenuti con particolare attenzione a quelle attive.

La formazione è intesa come un’importante occasione per innescare meccanismi di verifica e cambiamento rispetto al contesto sociale, alle competenze relazionali e metodologiche dei volontari, per l’arricchimento della cultura della solidarietà e del volontariato.

Anche il CESVOT (Centro di Servizi della Toscana) ha al suo attivo un’ampia offerta di formazione motivazionale e tecnica. L’attività formativa è rivolta sia a volontari che a responsabili di associazioni ed è destinata sia ad organizzazioni singole che a gruppi più ampi.

Un tema che non ha ottenuto una specifica attenzione da parte dei Centri di Servizio è stato quello della valutazione del percorso formativo. Anche dai dati rilevati non emergono informazioni rispetto a questo argomento. Il Documento Programmatico sulla Formazione a cui già è stato fatto riferimento, parla tuttavia di valutazione come "parte integrante del processo formativo". L'esigenza di verificare l'attività realizzata è emersa trasversalmente anche nel II seminario Nazionale sulla formazione realizzato a cura del Gruppo Nazionale sulla formazione: "L'esigenza di avviare esperienze, confronti e sperimentazioni sulla questione della valutazione della qualità dei servizi e soprattutto della formazione è il segno di un percorso in avanti che i Centri hanno fatto in questi primi anni di attività" (3) Questo sarà quindi un argomento rispetto al quale chi si occuperà di formazione non potrà ignorare.

In conclusione risulta evidente come la formazione è un tema che riveste un importante ruolo sia per le attività contingenti che nel piano di azione futuro dei Centri di Servizio.

E' intento primario dei Centri di Servizio quello di progettare percorsi formativi validi, rispondenti agli effettivi bisogni e ricchi di contributi che provengano sia da altri Centri, che da realtà diverse presenti sul territorio che possono dare un significativo sostegno nel realizzare un volontariato motivato, attento alle necessità territoriali specifiche, flessibile ed efficace nell'offerta di servizi. Vanno però ancora messi a punto gli strumenti necessari, vanno incrementate occasioni di scambio e confronto, va valorizzato il dialogo tra volontari e altri soggetti come operatori privati e pubblici, università, strutture di formazione professionale, ecc. Tutto ciò senza sottovalutare le difficoltà che sono emerse e che i Centri di Servizio si troveranno ad affrontare.


NOTE

1) Per analisi del territorio si intende uno studio, preliminare a quello dei bisogni formativi, che, attraverso la raccolta e l’analisi dei dati permetta di monitorare la realtà esistente, la distribuzione delle associazioni di volontariato sul territorio, le situazioni particolari di maggiore o minore concentrazione, chi fa formazione, quale formazione è stata realizzata, ecc.
2) Per analisi dei bisogni formativi si intende "una attività di ricerca finalizzata all'acquisizione di dati e informazioni utili e attendibili" per la prosecuzione del processo di formazione (G.P. Quaglino, G.P. Carrozzi, Il processo di formazione, Franco Angeli, Milano, 1996)
3) Intervento finale di Riccardo Andreini, referente nazionale del Gruppo Nazionale sulla Formazione dei Centri di Servizio al II Seminario Nazionale sulla Formazione, Livorno, 18-19 giugno 1999


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