“Alla prova del welfare” su Volontariato Oggi
E’ uscito il nuovo numero di Volontariato Oggi, la rivista quadrimestrale edita dal Centro Nazionale per il Volontariato. La rivista verrà diffusa alla Conferenza Nazionale del Volontariato che si svolgerà all’Aquila in questi giorni e sarà recapitata ai soci e agli abbonati. Tutti coloro che sono interessati a riceverne una copia possono scrivere una mail di richiesta a cnv@centrovolontariato.net. Per scaricare la rivista, clicca qui. Di seguito, invece, proponiamo l’editoriale del direttore Giulio Sensi.
All’altezza del futuro
Chiudiamo questo numero di Volontariato Oggi -che è il primo del 2012, uscito in ritardo e ce ne scusiamo con i lettori- alla vigilia della Conferenza Nazionale del Volontariato in programma all’Aquila. Erano 5 anni che mancava questo appuntamento ed è un’occasione importante per il volontariato italiano per far sentire la sua voce e cercare di infondere un po’ di speranza in un paese che, diciamolo chiaramente, è in fase di declino e non solo a causa della crisi economica.
Siamo portati spesso a leggere la crisi solo con i numeri. I dati sono importanti, ma dietro ci sono tendenze, movimenti, storie che vogliono essere ascoltate. Per questo vi proponiamo una riflessione non convenzionale sulla crisi: quella dello psicologo di comunità Raffaello Martini che interpella anche il volontariato su quelle che sono le conseguenze “non economiche”.
“L’anima che deve muoverci -ci racconta nell’intervista di apertura il nuovo presidente del Cnv Edo Patriarca– è lo sguardo verso il futuro e verso le situazioni di fragilità. Oggi ci sono fragilità che rimangono sotterranee e sconosciute, vanno presidiate“. La crisi le rende più o meno visibili, più o meno urgenti, ma esistono ed è compito del volontariato italiano interpretarle e affrontarle. Vederle come un banco di prova.
Il momento non è facile: forse al nostro mondo si sta chiedendo troppo, la tentazione -e anche in questo numero ne parliamo con l’inchiesta sul rapporto fra volontariato e welfare- del pubblico è quello di appaltare le proprie politiche alle organizzazioni o comunque di chiedere molto, troppo. O al contempo, talvolta, è il volontariato stesso a chiedere di poter gestire molte, troppe cose.
“È necessario -scriveva quasi dieci anni fa la fondatrice del Cnv Maria Eletta Martini– che la legge ribadisca con fermezza che le istituzioni promuovano l’effettiva partecipazione del volontariato, a livello nazionale e locale, alla programmazione dell’intervento e delle politiche sociali“. Un’esigenza oggi sempre molto attuale, come lo sono del resto le intuizioni di questa protagonista della vita politica e civile italiana del novecento. Chiedere molto al volontariato è lecito ed è in linea con la sua storia, ma chiedere solo “di fare” e non di partecipare sarebbe un’altra occasione persa per tutti.
La Conferenza dell’Aquila non è un punto di svolta per la storia del volontariato italiano: sarà, come lo è stato in passato, un’occasione per riflettere, discutere, confrontarsi e crescere. Ma arriva in un momento in cui i punti di riferimento politici, sociali, economici del passato stanno traballando o cedendo. Da questa stagione le organizzazioni di volontariato possono uscire con un “noi” rafforzato, col nuovo orgoglio di essere soggetto collettivo, non per sostituirsi ai partiti o alla politica, ma per aiutare a coltivare il futuro dell’Italia su basi rinnovate. I valori sono tutti nella storia del volontariato: basta rileggerli, viverli, proiettarli, rinnovarli. Non per essere all’altezza del passato, ma del futuro.Giulio Sensi
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