Studi, ricerche e collegamento fra le associazioni

“Un volontariato compatto per combattere la povertà”

“Un volontariato compatto per combattere la povertà”

Capo rizzuto (Crotone). Tre giorni di dibattito e circa 450 iscritti in rappresentanza di associazioni provenienti da 9 diverse regioni d’Italia per il convegno nazionale “Più solidarietà, meno povertà”. Il volontariato italiano si è quindi riunito a Capo Rizzuto, in Calabria, per discutere sul proprio ruolo e per definire un piano di azione capace di rispondere alle esigenze di un paese che risente della crisi sociale, culturale ed economica.

“La fiducia nel volontariato e la voglia di cambiare ci permetterà di definire un nuovo progetto comune. Qua abbiamo discusso e analizzato le povertà così come si manifestano oggi. Ma non c’è nessuno che si domanda cosa accadrà domani”. Lo sostiene Patrizio Petrucci, vicepresidente del Centro nazionale per il volontariato che, in collaborazione con la Misericordia di Isola Capo Rizzuto, ha organizzato questo convegno proprio nell’Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale.

L’appuntamento, che si è svolto sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, ha avuto il patrocinio del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, dell’Upi (Unione province d’Italia) e dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani).

“Quello che non emerge con forza – prosegue Petrucci – è che i cambiamenti della società, in questi anni, hanno trasformato anche il mondo del volontariato. Il volontariato è in crisi perché non individua più l’obiettivo della propria azione. Non c’è un disegno progettuale collettivo. Per non rischiare la frammentazione dobbiamo scegliere in fretta la strada migliore da percorrere. Il Centro nazionale per il volontariato, in questo senso, si offre come il luogo nel quale proseguire la discussione. Un ‘contenitore’ capace di fare sintesi di questa progettualità di cui abbiamo un grande bisogno. Dobbiamo lavorare per migliorare questa società che sembra andare alla deriva…”.

Al convegno ha partecipato anche Norina Ventre, che dai giorni di Rosarno è conosciuta come “Mamma Africa”. Per la prima volta ha preso parte a un evento pubblico. E, con commozione, ha parlato della sua esperienza denunciando l’abbandono delle istituzioni. “Ho sempre lottato da sola per questa povera gente” ha detto Mamma Africa. “Le istituzioni non vedevano. Non sapevano cosa accadeva. Perché qua in Calabria siamo abbandonati. Ora mi auguro che tutte le associazioni possano rimanere unite per portare un contributo concreto e reale ai più bisognosi. Dobbiamo essere tutti uniti”.

In questi giorni di dibattito, il volontariato ha parlato della necessità di uscire dall’inerzia di questa società, della condivisione di obiettivi comuni come elemento di lotta alla povertà, degli aspetti sociali da anteporre a quelli economici.

“E’ possibile pensare ad una Calabria, a un sud, a un’Europa ‘diverse’. Che resistono alle pressioni, alle minacce, alle difficoltà. Questi posti sono pieni di gente come Norina Ventre” ha detto Giuseppe Brancaccio, membro dell’osservatorio regionale sulle povertà della Regione Campania. “E sono grato anche a Roberto Saviano, che non si è lasciato intimidire. Pensando a lui e alle nostre terre – aggiunge – lavoriamo affinché nessuno, un giorno, abbia bisogno della scorta per fare delle battaglie civili”.

Nel corso del convegno c’è stato spazio anche per la “comunicazione sociale”. Sette giornalisti – Annarosa Macrì (Rai), Maurizio Regosa (Vita), Silvia Pochettino (Volontari per lo sviluppo), Riccardo Staglianò (la Repubblica), Luca Mattiucci (Comunicare il Sociale), Gianluca Testa (Volontariato Oggi), Consuelo Ruggiero (Cda Cara S. Anna) – si sono infatti confrontati sulla gestione della comunicazione e dell’informazione in questo che è l’anno della lotta alla povertà.

“Il tema di oggi, quello della lotta alla povertà e all’esclusione, rappresenta per noi l’inizio di un percorso da approfondire”, ha detto in conclusione il presidente del Centro nazionale per il volontariato, Giuseppe Zamberletti. “La povertà è il risultato dell’esclusione sociale. Ci sono politiche di respingemento speculative – aggiunge -. Ed esiste la necessità di avere un intermediario sociale in grado affrontare questo problema. Il volontariato, in questo contesto, è il più grande fenomeno capace di creare inclusione. Il volontariato organizzato – conclude il presidente del Cnv – è una nostra specificità, e rappresenta la vera ricchezza di questo paese”.

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